Abimis sempre al fianco dei progettisti: intervista all’architetto Giuliano Andrea dell’Uva - Abimis

Abbiamo incontrato Giuliano Andrea dell’Uva, uno dei più ricercati architetti e interior designer italiani. Napoletano d’origine, dopo essersi laureato in architettura presso l’Università di Napoli Federico II, ha fondato lo studio Giuliano Andrea dell’Uva Architetti nella città partenopea.
L’architetto dell’Uva ha firmato progetti in tutta Italia e in tutto il mondo: “da Milano a Hong Kong, da Capri al Salento”, ci racconta.

Tra i suoi lavori troviamo dimore di pregio, ville e appartamenti di ogni tipologia, ma anche negozi, boutique hotel, lounge bar e caffetterie.
Quando gli chiediamo a quale progetto si senta più legato, Giuliano Andrea dell’Uva esita a rispondere, quasi a dire “li amo tutti…”. Ma poi cita il recupero degli ex stabilimenti Cirio, oggi tramutati in laboratori per la costruzione delle scenografie del Real Teatro San Carlo di Napoli.
Ogni suo lavoro si distingue per una cura quasi “maniacale” dei dettagli e per l’attenta selezione degli arredi. Oltre che per la sua grande attenzione al “genius loci”: la storia, la cultura e le tradizioni dei luoghi in cui le dimore si trovano.

Per diversi suoi progetti residenziali, l’architetto dell’Uva ha scelto le cucine di design di Abimis. Cucine di derivazione professionale, realizzate in acciaio inox, che offrono altissime prestazioni e che possono essere customizzate al centimetro in base allo spazio, allo stile della casa e alle scelte estetiche del progettista.


Abbiamo domandato a Giuliano Andrea dell’Uva di svelare qualcosa di sé stesso, dei suoi progetti e del suo “rapporto preferenziale” con Abimis. Ecco cosa ci ha raccontato…

Abimis: Come definiresti il tuo stile?
A.G. Dell’Uva: Non definirei il mio approccio lavorativo un vero e proprio stile, in generale sono molto eclettico.
Mi piace farmi ispirare dal contesto e dall’architettura in cui è inserito il mio progetto… e da lì parto per immaginare sempre qualcosa di nuovo.

In generale mi piace che nelle case ci siano mobili ed oggetti di qualità, testimoni di diversi periodi storici. Era così nelle case di famiglia in cui sono cresciuto e mi piace rispettare il passato senza cancellarlo.

Abimis: Negli anni hai realizzato case di stili e tipologie diverse. Ma come è la casa in cui vivi?
A.G. Dell’Uva: Ogni casa rappresenta una storia nuova da raccontare e di conseguenza, una nuova famiglia (o un single) da far vivere in nuovi spazi progettati.
La mia casa a Napoli si trova in un vecchio affascinante palazzo settecentesco, ha soffitti alti cinque metri e tanti spazi esterni da vivere come fosse un giardino.
Ho lasciato i segni del tempo, salvando antiche pitture murarie che ha voluto chi ha vissuto nel 1800 per decorare la casa. La mia casa continua a vivere trasformandosi.

Abimis: E come hai arredato, in particolare, la tua cucina?
A.G. Dell’Uva: La cucina è molto importante nella mia casa; è uno spazio dove si può anche pranzare.
Ammetto di non sapere minimamente cucinare, ma mia moglie Andrea è un’ottima cuoca, e poi noi amiamo avere sempre tanti ospiti.
La nostra cucina ha un’isola: un severo blocco in granito nero su cui ho innestato un tavolo di appoggio in breccia medicea e un lavello in marmo verde Alpi.
Volevo che dialogasse con la parete, dipinta nella prima metà dell’800 ad effetto “finto marmo”.

Abimis: Come riesci sempre a interpretare e tradurre in progetti di interior le richieste specifiche dei clienti?
A.G. Dell’Uva: Come sempre è la casa che ispira il progetto. Io condivido con i clienti le scelte che sono il frutto di una grande ricerca del mio studio.
Il progetto diventa interessante per i clienti e per noi progettisti.

Abimis: Qual è a tuo parere l’importanza della cucina all’interno dell’ambiente domestico e quali elementi consideri fondamentali nella progettazione di una cucina?
A.G. Dell’Uva: Prima amavo moltissimo le cucine aperte, ultimamente preferisco che non siano protagoniste della casa. Mi piace vederle ma non amo sentire i fastidiosi rumori che si generano muovendo piatti e posate. Quindi per me una porta di separazione è fondamentale.
Poi mi piace che le cucine siano tecnicamente impeccabili nei materiali e che non si rovinino nel tempo.
Amo tantissimo le cucine che Luigi Caccia Dominioni ha disegnato nei suoi progetti. Ho avuto la fortuna di vederne tante, e anche a distanza di tempo sono ancora perfette, eleganti e allo stesso tempo molto tecniche. Sono realizzate con materiali durevoli e possono considerarsi perfette evoluzioni delle cucine storiche.

Abimis: Per i tuoi progetti, hai spesso progettato cucine in acciaio inox. Perché hai utilizzato proprio questo materiale?
A.G. Dell’Uva: Mi piace vedere una cucina solida e resistente, dove ci si può muovere in assoluta libertà.
Senza avere il pensiero che si possa macchiare appoggiando un semplice bicchiere o che si possa graffiare.

Abimis: Come hai conosciuto Abimis e cosa ti ha portato a sceglierla come partner per le cucine nei tuoi progetti?
A.G. Dell’Uva: Ho conosciuto Abimis grazie ad una cliente che, essendo molto soddisfatta dell’azienda (aveva una cucina Abimis anche in un’altra sua precedente abitazione), per la nuova casa che le stavo progettando non ha voluto considerare nessun altro brand!

Abimis: Quali sono per i punti di forza distintivi di Abimis, quelli che ritieni siano cruciali per i tuoi progetti di interior design?
A.G. Dell’Uva: In generale non amo le cucine industriali perché tendono a limitare la libertà d’espressione del progettista. Ma Abimis, al contrario mi consente una libertà assoluta. Una cucina Abimis è parte del progetto stilistico dell’ambiente, allo stesso tempo ha una grande solidità. E la soddisfazione dei clienti lo conferma.
Molte aziende producono cucine che, alla fine, si assomigliano un po’ tutte. Ma questo non è il caso di Abimis.

Abimis: Ci racconti più in dettaglio le necessità del cliente e le soluzioni che hai trovato nel progetto della casa di Napoli e quella di Lecce, per le quali hai scelto due cucine Abimis?
A.G. Dell’Uva: Sono due case molto diverse.
Il progetto di Napoli si inserisce in una architettura degli anni ‘50, un progetto firmato da un allievo di le Corbusier.
Un progetto architettonico fatto di linee curve, avvolgenti.
Ho voluto che il blocco fosse irregolare nella forma e che si integrasse nell’ambiente.
Abbiamo voluto lasciare soltanto il piano in acciaio spazzolato, mette il resto è stato laccato di bianco.
Ho disegnato una cucina molto leggera, che dialogasse con il contesto. Con i mobili disegnati da Gio Ponti e con le boiserie in diverse tonalità di verde.

A Lecce invece, nella casa museo di palazzo Luce, la cucina diventa un oggetto.
Fa quasi parte dell’allestimento. L’acciaio spazzolato e i dettagli in ottone richiamano la vicina lampada disegnata da Caccia Dominioni.

Il risultato è un elegante blocco che si inserisce in un contesto leggero con l’autorità di essere non una cucina ma un pezzo di design artigianale.

Abimis: Definisci Abimis in 3 parole…
A.G. Dell’Uva: Solidità, giuste proporzioni, inimitabile

Giuliano Andrea dell’Uva Architetti
Via Monte di Dio 54, Napoli
www.giulianoandreadelluva.it

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